Anche se il mio stomaco ha fatto molta fatica ad
abituarcisi, trovo molto interessante le differenze dell’idea del tempo e dei
tempi nelle varie culture.
Qui c’è addirittura un modo diverso per dire le ore, si basa
sui quarti d’ora e sull’unità minima dei mezzi quarti d’ora (7 minuti e mezzo) e
risale a quando le campane dettavano lo scandire della giornata. L’ora presa in
considerazione è quella in essere, cioè quella successiva al modo comune di
contare.
Alcuni esempi: le 11.15 sono “un quarto delle dodici”; le
5.30 sono “due quarti delle sei”; le 10.52 o le 10.53 sono “tre quarti e mezzo
delle 11”.
Se vi interessa su questo sito potete trovare tutte le informazioni e potrete imparare a dire “Sono le 15.43”
in sedici modi. Soprattutto qui
è possibile scaricare per il vostro computer una versione dell’orologio che vi
fornirà anche l’ora trascritta in catalano. Avvertenza: una piccola campana vi
avvertirà ad ogni quarto d’ora, vale a dire che a mezzogiorno e a mezzanotte suonerà
un totale di 4+12 colpi.
Ricordo che per un lungo periodo mio padre è stato l’unico
della famiglia a possedere un orologio. Quando qualcuno di noi bambini gli
chiedeva “Che ore sono?” lui immancabilmente rispondeva “Sono le ore di ieri a
quest’ora” e ciò bastava.
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