(scritta sulla vetrata della Biblioteca El Clot - Josep Benet, Barcelona)
Torno indietro nel tempo e cerco di capire quando esattamente ho cominciato ad interessarmi di biblioteche.
La casa dove sono cresciuta e tutte quelle successive sono
sempre state piene di libri ma a me piaceva passare i pomeriggi nella sala
ragazzi della biblioteca pubblica e capire come erano organizzate le raccolte,
riporre i volumi nel loro spazio, raddrizzarli se erano capovolti, spolverarli
se necessario, sfogliarli tutti e a volte leggerli. Detta così pare un’infanzia
infelice ma capitavano anche diversivi eccitanti tipo compilare una scheda a mano o che
la bibliotecaria mi premiasse con un gelato nei pomeriggi lunghissimi e deserti
di utenti. La biblioteca in quegli anni pensava di essere lo scrigno immobile
di un tesoro per pochi e non c’era ancora, almeno in quel caso, la
consapevolezza e l’allegria di aprirsi alla gente oltre che alle enciclopedie.
Da questa triste storia in poi il mio amore per le biblioteche
ha vissuto vicende alterne e, pur non essendo stato ricambiato altrettanto
intensamente, non si è mai esaurito. Dovunque mi trovi quando ho l’occasione di visitarne una non
me la lascio scappare e a Barcellona ho trovato moltissimi motivi di soddisfazione.
Ne ho visitate diverse e mi piacerebbe parlarne qui, di tanto in tanto, per
trasmettere lo stupore di un mondo che in poche decine di anni ha subito una
completa trasformazione.
Tra il 1998 e il 2010 è stato avviato dal Comune un Piano
delle Biblioteche di Barcellona che ora conta una rete (Xarxa, qui la mappa) di 36
biblioteche di pubblica lettura tra quelle di distretto e di quartiere. A queste naturalmente bisogna aggiungere quelle
private, quelle universitarie, quelle dei musei, … ce ne sono per tutte le
esigenze e per tutti i gusti, ognuna ha una propria atmosfera e una propria
utenza.
Tutte le biblioteche della rete comunale possiedono una pagina Facebook e un sito dedicato da
cui si possono scaricare e-book e audiolibri, dove si possono trovare
informazioni su orari, collezioni e attività che vanno dai Club di lettori ai
concerti, al cinema all’aperto, ai servizi di prestito nei parchi o sulla spiaggia,
dalle visite alla Barcellona letteraria al servizio di prestito e lettura a
domicilio (vi rendete conto? Lettura a domicilio … quasi mi commuovo!) e tanti
altri.
Una delle biblioteche della xarxa che ho visitato è quella
di Fort Pienc (sito) che ha riaperto di recente dopo i lavori di ristrutturazione
presso lo stesso edificio del centro civico e del mercato di quartiere, ora occupa
tre piani e ha una grande, bellissima terrazza all’aperto (foto da Fb) .
Come tutte le altre, oltre ad un servizio di pubblica
lettura generico e una collezione locale, è anche specializzata in uno o più
argomenti: in questo caso si tratta di “architettura e disegno” e di “musica
pop-rock nazionale”.
La cosa che più mi piace è la consapevolezza da parte delle
biblioteche stesse dei contesti in cui vivono e crescono e la voglia e la capacità di
essere di tutti: ad esempio, trovandosi in un quartiere dove la popolazione di
origine cinese è particolarmente presente, la biblioteca di Fort Pienc ha una
sezione detta “Xinateca” dove si trovano libri e quotidiani in cinese e molti
testi per l’apprendimento delle lingue per cinesi. Inoltre in biblioteca si organizzano
gruppi di intercambio linguistico cinese/catalano e castigliano.
Insomma: se lo stato
delle biblioteche pubbliche, dunque l’accessibilità alle informazioni, è uno
degli elementi che meglio rappresenta il livello di civiltà e democraticità di
un luogo, credo di aver trovato un altra ragione importante per vivere (e leggere) qui.
Bravissima anch'io giocavo a fare la bibliotecaria. Mi ero fatta regalare le schedine dalla bibliotecaria e gestivo il prestito tra fratelli e vicini di casa. La sede era nello scantinato di casa dove avevamo costruito un villaggio di case di cartone. Un vecchio mobile era la biblioteca. Proprio oggi tu pensavo!
RispondiEliminaMeraviglioso il prestito e la lettura a domicilio 💛
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