venerdì 27 maggio 2016

Cento di questi giorni

Ieri è uscito l’ultimo libro di Andrea Camilleri, per la precisione il centesimo e ne ho acquistata subito una copia (purtroppo) virtuale. La pubblicazione “Internazionale” per l’occasione ha riproposto dal suo archivio un collage di interviste rilasciate dallo scrittore e la cosa speciale è che leggendo le sue risposte potrete sentire nella mente la sua voce affumicata (eccole qui).

Due anni fa in occasione della rassegna letteraria Barcelona Negra, Camilleri ha ricevuto il "Premio Pepe Carvalho", il personaggio creato da Manuel Vázquez Montalbán che a sua volta ha dato il nome al commissario Montalbano. In quell’occasione Camilleri ha raccontato dell’amico scrittore barcellonese nel suo modo ironico e commovente (video).

Non ho letto tutti e cento i libri di Camilleri ma forse la metà sì. Sono una sua ammiratrice appassionata da tanti anni e, dopo le prime righe incomprensibili, da quando tutto è diventato chiaro e musicale, leggere e rileggere Camilleri è diventata un’ancora di salvezza nei momenti difficili e in quelli noiosi: quando sono nervosa, quando non riesco a dormire, quando voglio ridere o commuovermi.

Per aiutarmi nell’apprendimento delle nuove lingue ho pensato che potesse essere utile leggere cose che già conoscevo perciò ho cominciato con un’avventura di Montalbano “Una lama di luce” (“Una escletxa de llum”, trad. Pau Vidal, ed. Labutxaca).
Posso dire che mi fa comunque ridere, il problema è che parlo il catalano come Catarella: “… hauría de trucar urgentament urgentíssima al senyor Intintilinsano que ja ha telefonat dos cops! M’ha dit que sobretot no aneu allà on havíeu d’anar sense telefenar-lo primer a ell que no deixa de ser el senyor Intintilinsano …”

mercoledì 25 maggio 2016

L’amore a Barcellona e non solo

Ci ho fatto caso.
Per la strada camminavano davanti a me, mano nella mano, non molto alti, entrambi con una barba strategicamente incolta. Ad un certo punto si sono fermati per guardarsi negli occhi, darsi un piccolo bacio e sorridersi.

Al supermercato un signore giunonico vestito da signora giunonica è passato urtando una cesta di frutta. Elegante, nera, ricordava un po’ la Signora Obama. Me ne sono accorta dai piedi, incredibilmente lunghi.
In metrò invece era chiaro, la signora aveva labbra enormi e zigomi sintetici.
E ragazze e ragazze, circondate da cani, borchie orecchini e treccine.

Poi il 23 aprile è arrivato Sant Jordi che si trasforma da Festa del patrono della Catalogna a Festa del libro e delle rose. Del libro perché coincide con gli anniversari di morte di Shakespeare, Cervantes e Pla; delle rose perché, come dice la leggenda, i fiori rossi sono nati dal sangue del drago ucciso da Sant Jordi. La città si riempie di bancherelle di libri e di fiori, fiumi di gente riempiono le strade.
La tradizione vuole che le donne regalino un libro agli uomini, che gli uomini regalino una rosa alle donne. Ovviamente a Barcellona le tradizioni di genere sono interpretate in modi molto personali e trasgredite regolarmente. Qui sotto la campagna per Sant Jordi del Comune di Barcellona: "Quando leggo sono tutto ciò che voglio essere: Un cavaliere innamorato delle rose. Una principessa con l'armatura. Un drago vegetariano".



Qualche giorno dopo è giunta dall’Italia la notizia dell’approvazione della legge sulle unioni civili.
Il Presidente Mattarella che l’ha firmata, ha dichiarato (da www.ilsole24ore.com): «La Costituzione richiede di garantire il pieno rispetto dei diritti fondamentali di ognuno, non solo come singolo ma anche nelle formazioni sociali in cui si realizza la sua personalità. E la Corte costituzionale ci ha ricordato che la realizzazione di questi diritti, non può essere condizionata dall'orientamento sessuale, perché tra i compiti della Repubblica vi è quello di garantire il libero sviluppo della persona nella vita di relazione» .
Presidente, Le invio virtualmente un mazzo di rose.