martedì 14 giugno 2016

A very brave Lady

Era una ragazza alta, con una lunga treccia e un sorriso timido. Quando l’ho conosciuta io la treccia la teneva arrotolata sulla testa e indossava sempre due antichi orecchini pendenti. Comandava una grande casa dove in tanti si muovevano, dentro e fuori, tra il giardino, il frutteto e l’orto, poi prendeva la bicicletta, faceva la spesa e cucinava per tutti. Quando andavamo in visita chiedeva a tutti i pronipoti “Hai una fidanzatina?” e di nascosto infilava una mancia nella loro mano chiudendola poi in un piccolo pugno.


Raccontava tante storie ma non inventate, raccontava storie vere che le erano successe molti anni prima, quando si era unita alla Resistenza, mentre percorreva decine e centinaia di chilometri con la sua bicicletta per portare messaggi segreti a persone con nomi in codice e per accompagnare in salvo uomini senza scampo. Usciva di casa, si raccomandava alla Madonna e partiva. Diceva di sé “Io sono stata molto fortunata” perché non è stata uccisa come suo fratello, come i tanti amici.

E tutte queste storie che fin da piccoli ci davano i brividi, portavano dubbi che poi crescevano con noi (Ma se capitasse a me sarei capace di fare altrettanto?) e altrettante consapevolezze:

NON VOGLIO CHE TUTTO QUESTO ACCADA ANCORA.

E’ morta questa notte, nel suo letto, a 104 anni.

Io sono stata molto fortunata perché l’ho conosciuta e mi ha raccontato tutte quelle storie che vanno ancora e ancora raccontate. 


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