venerdì 16 settembre 2016

Tina e Tina


Ci sono vite che mi appassionano e di solito sono vite di donne.

Ho la fortuna di essere circondata da donne straordinarie e di poter vedere lo straordinario nelle donne che incontro. 
Anni fa ho incrociato la storia di una donna che mi ha folgorato a tal punto da pensare che avrei chiamato una figlia come lei: Tina.

La prima volta che ho incontrato Tina Modotti è stato a Udine, dove Tina è nata nel 1896 e ora la ritrovo in Spagna durante gli anni della Guerra civile.
Non essendo possibile riassumere qui una vita così speciale, riporto la definizione che da di lei il Comitato Tina Modotti: "Emigrante, operaia, attrice, fotografa nel Messico degli anni Venti, antifascista, militante nel movimento comunista internazionale, perseguitata ed esule politica, garibaldina di Spagna".

E' stato detto e scritto molto su di lei, segnalo una fra tutte la biografia di Pino Cacucci, "Tina" e due documentari: uno italiano ("Tina Modotti: fotografa e rivoluzionaria" Rai) e uno messicano (L. Martinez Diaz "Tina Modotti: el dogma y la pasion", 2011).

Alcune immagini di Tina fotografa e fotografata:









Sulla sua attività di attrice: la Cineteca del Friuli e Cinemazero hanno recuperato il suo primo film, "Tiger's coat". Si può guardare interamente qui su YouTube, dura un'ora, suggerisco di concentrarsi sugli sguardi potentissimi che devono sopperire alla mancanza del parlato, sui costumi curatissimi nei dettagli e sulla musica, aggiunta contemporanea che accompagna perfettamente le immagini del 1920.

Muore a 46 anni, sola, in un taxi. Neruda scrisse il suo epitaffio inciso sulla lapide della tomba di Tina a Città del Messico:
Tina Modotti, hermana, no duermas, no, no duermas
tal vez tu corazón oye crecer la rosa
de ayer, la última rosa de ayer, la nueva rosa.
Descansa dulcemente, hermana.
La nueva rosa es tuya, la nueva tierra es tuya:
Te has puesto un nuevo traje de semilla profunda
Y tu suave silencio se llena de raíces.
No dormirás en vano, hermana.
Puro es tu nombre, pura es tu frágil vida
De abeja, sombra, fuego, nieve, silencio, espuma,
De acero, línea, polen, se construyó tu férrea,
tu delicada estructura.


Poi, più recentemente, ho incontrato un'altra Tina che ha molto in comune con la prima tra cui l'origine umile del nord est italiano; la curiosità e la fierezza, la passione nella vita e il coraggio nella lotta.

Tina Merlin è nata nel 1926 e morta nel 1991, è stata partigiana e giornalista, è conosciuta soprattutto come la "giornalista del Vajont". In questo audio di Radio Rai3 si racconta bene di lei e qui si può vedere una sua intervista dopo la tragedia ("La storia siamo noi").

Dal mio punto di vista la bellezza di queste due donne è abbagliante, la bellezza dello sguardo con cui guardano e raccontano tutte le cose.


«La mia vita è stata difficile, povera economicamente, dedita soprattutto al lavoro ma in realtà è stata ricca e stupenda, colma di esperienze importanti, gioie, dolori, amori, lotte. Sono soddisfatta di averla vissuta come l'ho vissuta. L'unica cosa che mi rompe le palle è di dover morire una volta o l'altra». Tina Merlin

Nessun commento:

Posta un commento